sabato 17 luglio 2010

Un pomeriggio afoso e anziano in riva al lago

Caldo, afoso pomeriggio sotto il pergolato in riva al lago. Di solito c'è un certo venticello. Gli anziani lo sanno e occupano le poche, quattro, panchine. Oggi ci sono stata anche io. Vicino a me una signora che guarda e riguarda l'orologio. Sta aspettando qualcuno. Forse le dà fastidio che ho occupato un posto sulla panchina. Cerca forse di conversare con me. Ma oggi non mi va. Arriva (finalmente) l'amica. Carrello porta (suo) peso, e cagnolino dentro. Un barboncino, di sesso femminile, come si deduce anche da guinzaglietto rosa deciso. Non è in vena di amicizie neanche lei che risponde picche a un povero cocker che le si avvicina sempliciotto. La padrona è in abito azzurro e occhiali con montantura e lenti azzurre pure quelle. Una con piglio. Dice alla cagnetta che è proprio scema (con la "sc" bella strisciata e caricata), che non capisce che ha di fronte un "bel maschione". I termini mi fanno effetto, sorridere? No, incuriosire. Poi ascolto le conversazioni delle due amiche ritrovate. In riva al lago, sotto il pergolato, in mezzo a un certo venticello, appresso a una delle quattro panchine. Queste spettegolano su coetanei che si sono persi di vista. Qualcuno dice dell'altro che ha trovato una donna e per questo non si vede più... Ma magari è morto. Non è da escludere, penso io... Queste hanno le loro teorie e non ci credono a quello che ha fatto passare la storia della fidanzata. Sono gelose? Invidiose? Chi lo sa... adesso solo rumorose in questo caldo, afoso pomeriggio di luglio in riva al lago. Basta! Me ne vado. Mi allontano e penso: Porcamiseria! La Maria De Filippi ha previsto pure questo!

domenica 4 luglio 2010

Il virgolettato vero della Jacobbi

Che colpo leggere l'intervista sull'ultimo Vanity Fair di Paola Jacobbi a Anna Kanakis. Non glielo ha perdonato. Il suo continuo ripetersi nel dire e ridire molte volte "tra virgolette" le deve avere dato in testa. Così, pronti via, lo dice subito all'inizio dell'articolo. Avverte il lettore, aggiungendoci pure la parvenza di un significato recondito. Forse c'è un motivo, insomma, se la Kanakis dà aggettivi o affibbia appellativi, assolutamente non azzardati, ma comunque li attutisce mettendoli "tra virgolette". Ci sarà un senso? Non so, ma ogni volta che Anna Kanakis ha ribadito il "tra virgolette", noi lo sappiamo. Il lettore lo sa. Che colpo per la Kanakis! Tra virgolette, si intende!

venerdì 25 giugno 2010

Diaco sì, Diaco no

In difesa di Pierluigi Diaco. Qui lo dico e qui lo nego. Aldo Grasso lo ha appena definito il Tuttologo del nulla trovandolo alla conduzione di Uno Mattina estate. Il povero Diaco si alza alla mattina presto e fresco si vede in tivù con un'altra ragazza. Giovanissimi non sono più, ma sembrano ugualmente svecchiare la trasmissione contenitore quotidiana di Raiuno. Diaco però c'è da sempre. Me lo ricordo credo ai tempi d'oro del Maurizio Costanzo show a fare l'antenato dell'opinionista giovane, eppure già con tante idee da grande. Poi in radio. Filogovernativo sempre. Ma dicono di lui che gli piaccia dare ragione a tutti. Quando era giovane davvero (e in effetti ora mica nasconde i capelli grigi, anzi) lo ricordo più aggressivo, ora invece fa il tenerone davanti alle storie d'amore di qualche anziano sempre innamorato oppure fa il simpatico con autoironia (autoreferenziale appunto) e fa il galante con le donne che arrivano in studio. Spesso chiama in causa i suoi amici. E i suoi aneddoti personalissimi. Vuol fare quello a suo agio, vuol fare il padrone di casa. Adesso Diaco sembra meno cattivo. Un po' come nei romanzi di formazione, prima il giovanotto rampollo vuole inseguire i suoi sogni e i suoi sentimenti, ma poi diventa grande e si dimostra inevitabilmente quello che è originalmente, un borghese conformista che farà un lavoro preconfezionato. Diaco ha perso la grinta esagerata che aveva volendo emergere a tutti i costi. Ed ora è diventato come tutti gli altri. Difficile è capire quale dei due sia migliore.

venerdì 18 giugno 2010

Chi non ha paura di Lippi?

Terrore puro. Nel fare domande a Marcello Lippi si corre il rischio di fare brutta figura davanti ai colleghi, per non dire di fronte a tutta Italia. Poveri giornalisti, cosa gli tocca fare. Oltre al clima rigido del Sud Africa pure il pericolo di farsi trattare male dal ct della Nazionale. Meglio allora evitare di farlo arrabbiare e mettere subito le mani avanti. "L'Italia ha giocato bene", e questo è il dato di fatto. Il risultato? Beh... si può accennare, ma intanto si inizia con il miele. Basta fargli fare un commento, una frase qualsiasi, anche di circostanza, purché non insulti. O non ti venga a dire che "sei un giornalista troppo intelligente per fare una domanda simile", come ha poi risposto a un incauto malcapitato che gli chiedeva cosa pensasse del tifo pro Paraguay della telecronaca di Radio Padania. Insomma, non solo allenatore dell'Italia ma anche maestro di giornalismo, censore di domande. Oddio! Se perderà l'Italia come si dovrà intervistare? Con quale domanda si potrà esordire per evitare che reagisca in malo modo in diretta tv di fronte a un numero infinito di spettatori? Sicuramente c'è chi ci sta già pensando. Tra un incubo e l'altro.

martedì 8 giugno 2010

Quanti jeans si merita la Schiavone?

Il tennis è strano perché sembra molto femminile e molto maschile. Ci vuole forza, ma c'è la gonnellina. La più famosa è la più bella, ma poi vince un'altra. Ha i capelli corti e un modo di fare da maschiaccio. E' simpatica. E' entrata nella storia. Il primo desiderio è "un Jeans", dice. Spero che qualche stilista tifoso e patriota gliene regali a vagonate! Tanti jeans a Francesca!!!

martedì 25 maggio 2010

Elio Germano, che bestia rara!

Che orgoglio vedere Elio Germano trionfare come migliore attore a Cannes. Che gioia vederlo con la palma in mano. Con quel sorriso felice e beffardo. Sembrava un giullare. La stoffa dell’attore teatrale l’ha tirata fuori tutta lì. Con i tempi giusti, approfittando delle pause necessarie per la traduzione, mai più congeniali. Davanti a un pubblico che aspettava solo quelle parole. Ma lui le ha sapute dire con uno sguardo e un sorriso derisorio e pungente, lontanissimo dall’essere livoroso. Una dedica all’Italia e agli italiani. Nonostante la loro classe dirigente. Ha detto proprio “loro”? Il piglio del pungolatore l’ha allenata sicuramente da rapper. Nel suo gruppo “Le bestie rare”. I testi sono delle perle, e pure scaricabili gratis!

sabato 22 maggio 2010

X-Factor, perché Barale è meglio di Bosè

Leggo ora su Style.it che in lizza per il quarto giudice di "X Factor" ci sono Paola Barale e Miguel Bosè. Per la prossima edizione, quindi, sono previsti quattro giudici con altrettante squadre in gara. La situazione si complica. Confermata sicuramente Mara Maionchi, in trattative Claudia Mori e ufficiale Elio delle Storie tese, in sostituzione del bandito Morgan. Dopo varie edizioni stravinte per merito suo, forse non aveva reali rivali anche se, dopo la gran tempesta seguita alle sue dichiarazioni pro cocaina-sniffata e i guai familiari, poteva diventare una verifica interessante sul pubblico italiano.
Ma facciamo due conti: Mara, Claudia, Elio e... Bosè o Barale. Quattro musicofili oppure tre esperti di musica più una di immagine? Mi piace concepirla così la Barale che arriva in Rai proprio quando c'è sbarcato Costanzo, ironia della sorte. L'affascinante Bosè, invitato come ospite in passato, aveva tradito eccessiva emotività con tanto di occhio lucido. La Barale, invece, potrebbe mettere in luce la "telegenia" del personaggi, nel senso più ampio del termine. Qualità che, come Sanremo e anche vendite confermano, non è cosa da poco!

lunedì 17 maggio 2010

Se è tuo padre a soprannominarti "La Trota"

Chi non vorrebbe essere chiamato (pubblicamente) dal proprio padre "La Trota"? Giusto perché si parlava di eredi e l'appellativo di "delfino" sembrava troppo nobile. Nelle interviste, al malcapitato, tocca pure dire che gli piace il nomignolo scelto dal papà Senatur. Certo che La lega non perdona! Non perdona neppure i figli. Che non passano neanche l'esame del pesce!

sabato 8 maggio 2010

Date una casa decente a Lory Del Santo!

Spopola in questi giorni su tutti i programmi televisivi che parlano di politica. E senza neppure muoversi da casa! La povera show girl risiede infatti in una zona malfamata, vicino al Colosseo: quante auto lasciate in strada, dice, ha trovato distrutte dai vandali! Ha una terrazza, abita all'ultimo piano, è vicina di casa del dimessosi ministro Scajola. Poverino ancora di più lui, a cui hanno dato l'appartamento di sotto. E pensare che all'epoca, lei se lo ricorda bene, lui si mostrò perplesso sulla cifra che aveva speso, solo 600mila euro. Lory Del Santo gli ha pure impedito di guardarsi le partite della squadra del cuore, dicendo no alla parabola che avrebbero dovuto impiantare davanti alla sua vista sul Colosseo. E toglietele pure quella! Sono passati anni, ma lei si ricorda tutto, mentre Scajola non si ricorda neppure chi c'era quando ha firmato la compravendita. Non si può tenere a mente tutto!

giovedì 6 maggio 2010

Isola dei famosi moscia in finale

E' appena finita l'ultima edizione dell'Isola dei famosi. La Ventura urla - ma mi sembra poco convinta . che le è piaciuta perché i due superstiti rappresentano, e meno male, com'è l'Italia ora. Ma no! Perché deve cedere a questa retorica quando più spontaneamente dà il meglio di sé con quei suoi modi di dire o scherza a braccio? Non ho seguito sempre l'Isola ma mi sembrava gli altri anni che i finalisti fossero quelli che avrei scelto anche io. Quest'anno il pubblico votante mi sembra nettamente cambiato. A me stavano simpatici Silvia e... Domenico, anche se non sempre si prendeva poco sul serio come la bergamasca. La famosa Sandra Milo rimane un mito, gli altri famosi forse rimarranno poco famosi. E i figli di papà si sono riscoperti, al di là di tanto parlare al vento, figli di papà. Come il vincitore che voleva dimostrare di essere qualcuno nonostante il padre, poverino. Come l'unica donna rimasta che sentenziava a destra e a sinistra come una "santa" che "dice la verità". Nessuno intanto cercava di divertire il pubblico a casa. Un'edizione sotto tono, anche se in studio gli ospiti cercavano all'inverosimile di raccontarci il contrario. E mi è parso difficile anche per la Ventura mantenere alto il ritmo in finale dovendo gestire la sfida tra mediocri. Mediocri dal punto di vista dello spettacolo, si intende. Ma è quello che dovevano fare. O no?

lunedì 3 maggio 2010

Tutti pazzi e stonati

“Tutti pazzi per amore 2” ha cambiato registro e gli ascolti si sono impennati. Il cast di attori è un insieme di numeri uno che si adattano ad interpretare ruoli di secondo piano, anche se il risultato finale è piuttosto quello di una fiction tv corale. Corale in tutti i sensi vista la valanga di musica che irrompe spesso e volentieri. E’ un esperimento italiano, ma in effetti l’irrompere della fantasia che attinge all’immaginario culturale comune è quello alla Ally McBeal, per esempio. I personaggi, tutti con grande fantasia e fissazioni personali, immaginano se stessi in video clip che rappresentano il proprio stato d’animo. Non pensavo che il pubblico italiano, soprattutto quello considerato tradizionale di Raiuno, potesse apprezzare. Pensavo che questo musical immaginario fosse troppo avveniristico per i gusti dell’auditel. A me personalmente non piace il genere. Perché comunque le fantasie di Ally erano più “alte”. Vedere una delle attrici con chioma alla Cugini di campagna cantare la canzone delle montagne verdi non mi diverte più di tanto. Mi sembra esageratamente sopra le righe, "scioccheggiante". Né la Degli Esposti replicata su Blog che canta e balla alla Beyoncé con un braccio rotto e sguardo terrorizzato e ammiccante mi fa sorridere. Va bene stare al gioco. E come Alessio Boni interpretare un personaggio che mai gli hanno proposto prima. Ma quest’atmosfera da cartone animato mi sembra esageratamente stonata.

venerdì 30 aprile 2010

Costruisci il tuo albero genealogico

C'era anche Sarah Jessica Parker tra le cavie scelte dalla versione statunitense del programma televisivo "Who do you think you are"?. Si tratta della ricostruzione del proprio albero genealogico on the road. L'attrice ha scoperto di avere una lontana parente accusata di stregoneria. Susan Sarandon ha capito il motivo del suo legame con l'Italia. La nonna, scomparsa misteriosamente, aveva origini lucchesi. Lisa Kudrow è risalita altragico coinvolgimento della propria famiglia nell'Olocausto. Il viaggio all'indietro verso le proprie lontane radici è particolarmente interessante per il popolo statunitense, originato dall'immigrazione. E sul sito della Nbc si può anche costruire il proprio albero genealogico. Almeno per gioco!

giovedì 29 aprile 2010

Svampita è bello

Chi l'ha detto che è un difetto? Basta far scorrere nella mente anche solo le donne dello spettacolo ritenute svampite. Erano stupide? Non sono riuscite ad arrivare dove volevano? Dicevano banalità oppure cose semplicemente inusuali? Perché chi usa un punto di vista diverso, magari estemporaneo, deve essere per forza tacciato di "inferiorità"? Ma chi l'ha detto? Forse sono talmente consapevoli di sé, del proprio vissuto interiore, da non avere paura a giocare con se stesse. Seguono il flusso del loro pensiero senza preoccuparsi di sintonizzarsi per forza con il flusso del pensiero dominante. Questo straniamento è espressione genuina di ironia e autoironia. Forse sono troppo perse nel loro ampio vissuto interiore per cercare a tutti i costi un punto di incontro con gli altri. Questa chiusura può essere motivo di isolamento e di forte incomprensione da parte delle menti più omologate. Questo è il caro prezzo che loro pagano. Ma meno male che ci sono. Che esiste l'originalità autentica.
E' quello che ho pensato sentendo parlare male di Silvia dell'"Isola dei famosi", forse l'unica a non prendersi troppo sul serio lì. Ed è stata eliminata con un'icona delle svampite italiane, Sandra Milo. Sarebbe stupida lei? Altra cosa sono le finte svampite, tipo "La pupa e il secchione". Bisogna attingere da qualcosa di profondo per esserlo. In fondo a quelle, invece, non c'è nessun talento. E mi spiace per la Barale. Si vede che si vergogna. E mi spiace anche di avere citato il programma.

lunedì 26 aprile 2010

Il professionista dell'understatement

E' bravo, sa di esserlo, ma non lo ostenta. Ha scelto la linea dell'understatement. Invita molto spesso ospiti somiglianti a lui, facenti parte dell'esercito dei buonisti. Arrivano, sempre gli stessi, a ruota ogni anno, per ogni nuova edizione di "Che tempo che fa". Basta che ci sia un libro, un film o un evento da pubblicizzare. Non si capisce bene chi fa un favore a chi. Alcuni ospiti infatti decidono di passare solo da lui. E lui incassa onorato. Si fa umile umile, tanto da non sembrar vero. Che non può essere così ingenuo uno arrivato tanto lontano, disseminando nella sua carriera anche guizzi di originalità. Ma è garbato e signore, disarmante. Le domande sono educate. Finché dal cilindro tira fuori qualche aneddoto riesumato da chissà quale informatore vicinissimo all'intervistato. "Ma è vero che, quando eri piccolo...". Ecco la trappola tesa dal bambino che è nell'intervistatore al bambino che è nell'intervistato: impossibile non sciogliersi di fronte a quel ricordo quasi dimenticato ma così caro e così intimo, pur nelle sue più semplici sembianze. A questo punto per il padrone di casa sarebbe facile sferzare il colpo decisivo e carpire qualcosa in più del personaggio famoso rispetto a quanto già si sapesse. Ma spesso quella antica cortesia che fa da sfondo a tutta la chiacchierata non lo permette. E ci si saluta. Amici come prima.

venerdì 23 aprile 2010

Il caso Pandolfi varrà una legge?

Paparazzi sul banco degli imputati. Ancora. Il caso della Pandolfi se saprà riunire in barricata i suoi colleghi potrebbe cambiare le cose. E far fare una legge. Qualche Porta a Porta, qualche Matrix, qualche talk show con opinionisti diplomati. Se non faranno appassire la questione, Carfagna tirerà su anche questa rete...

mercoledì 21 aprile 2010

Il genio del male e la tecnica della breccia

Il genio del male è tornato alla dimensione pubblica dopo essere stato esiliato da chi lo aveva accolto e subìto da troppi anni. Lo ha fatto scegliendo il suo punto di forza, l'intervista. La vuol fare da signore, generoso con costante regalo portafortuna ai suoi ospiti. Perché la tartaruga va piano ma va lontano. Attenzione però a non contraddirlo e a non voler svelare quel particolare personale su cui lui ha deciso di puntare la sua lente di ingrandimento. E se non vuoi salutare il papà morto o non riesci a innamorarti o non vuoi parlare della tua vita sentimentale rischi molto. Lui s'irrita e insiste. A telecamere spente chissà come borbotta e ti rimprovera ancora. Intanto riprende il fiato e, passando da questa piccola breccia scavata dopo pranzo, chissà fin dove arriverà...

domenica 18 aprile 2010

In provincia il dramma è più crudo

Il venerdì sera su Raidue c'è "Crimini due". Si tratta di una serie di otto film tv, curati da Giancarlo De Cataldo e prodotti da Rodeo Drive. Fiction, storie noir d'autore e ottimi interpreti formano un mix di qualità. In più, la mission di rappresentare l'Italia attraverso città meno esposte all'interesse mediatico. La prima puntata era ambientata a Bari, la seconda ad Ancona, la terza in Valle d'Aosta. E così via. La provincia si sposa bene con il dramma. Il racconto assume un'aurea più realistica, cruda, meno cinematografica. Del resto anche al cinema ormai si è intrapresa questa strada. Adesso mi vengono in mente Le conseguenze dell'amore, La ragazza del lago, Come dio comanda... e qualche altra fiction Rai. Gli esempi potrebbero essere più numerosi. Molto interessante. Forse anche solo perché è una piccola novità, in un insieme che spesso è tutt'altro che imprevedibile. Ma "Crimini" merita. E speriamo che l'auditel ne permetta una terza edizione.

giovedì 15 aprile 2010

Se la Setta promette puntate "incandescenti"...

Monica Setta la preferita dai camionisti! E non è la sola. Le telegiornaliste vengono preferite alle veline. Sul podio con la nuova ancorwoman della raidue carroccesca anche la Gruber e la Maggioni. Le immagini di queste tre non più giovanissime fanno capolino negli abitacoli dei cammionisti, secondo una recentissima indagine dell'associazione "Donne e qualità della vita". La Setta non sarà, purtroppo, così autoreferenziale da farci una delle sue "puntatone", di quelle da "rimanere con il fiato sospeso"... tipo quando dedicò in periodo elettorale una delle puntate de "Il fatto del giorno" alle "incredibili confessioni" dei Ricchi e Poveri. Un vocabolario davvero "straordinario" il suo. E mentre aspettiamo con ansia "i nomi di Vip coinvolti in Vallettopoli 2" (ci ha fatto almeno una decina di puntate annunciandoli senza dirli mai), tra poco potremmo gustare altre "piccantissime rivelazioni" nella sua nuova trasmissione "Peccati", in seconda serata. Magari si sbottonerà un po' di più.

mercoledì 14 aprile 2010

Concita e Sabina: rabbie a confronto

Sto leggendo un libro che, tra l’altro, descrive i vantaggi della rabbia assertiva. E ho capito perché mi piace così tanto il modo di porsi di Concita De Gregorio. Di fronte a certa indignazione che fa colare rabbia a palate, mantiene sempre una invidiabile lucidità che le permette di rispondere in modo circostanziato evitando che l’interlocutore opposto alzi un muro di impermeabile indisponenza. Parallelamente, ho capito anche perché mi indispettisce così tanto una come Sabina Guzzanti. La rabbia qui non è trasformata fino a diventare pura comunicazione, la satira è comunque superata dal risentimento. La rabbia c’è e tutto finisce per fermarsi lì. Negli interlocutori, e non solo in quelli “opposti”, si trasferisce pesantamente un livore difficile da metabolizzare. E che finisce per ristagnare. E indignare (mentre dovrebbero essere i contenuti a indignare). Rimane il sentimento negativo, non si trasforma in costruttivo. Insomma, mi sembra che faccia più male che bene.

lunedì 12 aprile 2010

Sorrentino avrà ragione?

Domani verrà resa nota la dozzina di scrittori candidata al Premio Strega. Da una rosa da venti ne verranno selezionati dodici. Poi cinque arriveranno alla finalissima del 1° luglio a villa Giulia. Tra i candidati alla vittoria potrebbe esserci il libro di Paolo Sorrentino. Un libro che vorrei tanto leggere, ma ho paura di farlo. E’ un regista che mi piace “troppo”. Troppo per poter rischiare di rimanere delusa. Il protagonista è un uomo in là con gli anni, da quanto ho capito. L’ultimo che ho letto in questa prospettiva non è riuscito a catturare la mia attenzione, ma non so se era proprio questo il motivo. Comunque, anche questo è un ostacolo tra me e la lettura di “Hanno tutti ragione”. Sorrentino mi diverte anche come “personaggio”. Con l’orecchino e la sciarpetta “fina”, stropicciata. Capelli arruffati, per non dire forse crespi. L’occhio un po’ da pesce lesso. Sembra simpaticamente tamarro. Insomma, non un “intellettuale”. Il contrasto tra l’aspetto e la sostanza mi riempie il sorriso di soddisfazione. E’ una persona libera. E non posso fare a meno di ricordare uno dei suoi personaggi cinematografici, quello che mi ha ferito di più. L’amico di famiglia, sotterrato nella sabbia, con la testa fuori. Liberi o prigionieri. Mi sa che mi libererò dalle mie paure e dai pregiudizi. E che sì, il libro di Sorrentino lo leggerò.

domenica 11 aprile 2010

Sento una voce

Apro questo blog oggi in Piemonte ai tempi di Cota. Non voglio parlare in particolare di politica, anzi. Ma di tutto quello che mi colpisce di più, senza confini di argomento, e probabilmente con un punto di vista incoerente. E la cosa che mi colpisce di più del nostro nuovo governatore è la voce. Come può essere la voce di uno della Lega? Quelli della Lega hanno una voce da leghisti, inconfondibile. Lui no. Non ha la voce giusta. Stona. Ma, pensandoci, sono tanti quelli che apparentemente non hanno la voce "giusta". Ciotti per le radiotelecronache all'inizio sarà sembrato strano. Jovanotti che canta. Maria De Filippi che apre i confessionali adolescenziali. Mario Giordano che diventa telegiornalista. Amanda Lear che così si inventa la sua ambiguità e si fa conoscere. Donne e uomini, ma anche i bambini. Che in tv cantano come i grandi. Sono piccoli ma hanno la voce esagerata da grandi. Quella però che da grandi non va tanto di moda. E torno a Jovanotti. Mick Jagger diceva che non importa avere una voce bella ma una voce che tutti ovunque sappiano riconoscere tra tutte. Anche tra quelle ritenute "belle". O forti. O particolarmente maschili. O femminili. O da grandi. O da piccoli. Chissà che voce avrà questo blog...
Alla fin della fiera qui si parla di tutto un po', a spizzichi e bocconi, tra il serio e il faceto, saltando di palo in frasca